La maggior parte degli approcci clinici focalizzati sulle conseguenze psicologiche del trauma si concentra prevalentemente sull’individuo. Ma quali prospettive può offrire lo sguardo sistemico nella cura dei traumi?
Questo seminario rappresenta un’opportunità di riflessione e confronto tra diverse scuole sistemiche, con l’obiettivo di esplorare l’impatto del trauma non solo sull’individuo, ma anche sul suo sistema relazionale. Attraverso l’analisi di casi clinici, verranno illustrate differenti modalità di presa in carico terapeutica, evidenziando come le relazioni – spesso coinvolte nelle storie di sofferenza psichica – possano essere sia fattori di rischio che di protezione nello sviluppo traumatico.
L’esperienza traumatica, infatti, non si limita generalmente a un evento isolato, ma si radica in dinamiche relazionali che alimentano vulnerabilità (disorganizzazione dell’attaccamento, traumi dello sviluppo) contribuendo a esiti psicopatologici. Allo stesso tempo, un approccio
sistemico permette di riconoscere nelle relazioni significative una risorsa fondamentale, capace di favorire processi di riparazione, sintonizzazione e resilienza. Integrare l’individuo, i familiari e il contesto relazionale nel percorso terapeutico diventa quindi essenziale per promuovere un cambiamento che vada oltre la dimensione individuale, restituendo alle persone nuove possibilità di crescita e connessione.
9.30 Perché è utile pensare per fasi nelle terapie degli stati mentali post traumatici | Matteo Selvini
9.45 “Un modello sistemico integrativo per la terapia del trauma”. Livelli, punti di integrazione sistemica ed interventi di approfondimento sull’individuo per l’elaborazione dei traumi | Andrea Mosconi
10.00 Caso clinico: “Terapia individuale sistemica e trauma: l’importanza dellestrategie di stabilizzazione emotiva nel trattamento di una donna adulta incrisi di coppia” | Valeria Botticini
10.30 “Traumi condivisi e non condivisi: l’impatto della terapia individuale, centrata sul trauma, nelle dinamiche familiari”. Commento al caso | Fabio Sbattella
10.50 Perché la stabilizzazione è importante. Esperienza di tecniche di stabilizzazione e autoregolazione | Laura Fino, Laura Madonini, Marta Villa.
11.10-11.30 Coffee Break
11.30 Emdr e terapia sistemica. Un’integrazione possibile: quando e come nelprocesso di ipotizzazione | Barbara Trotta
11.50 Psicoeducazione ed allargamenti nelle terapie individuali sistemiche | Annalisa De Luca, Maria Piccione, Liliana Redaelli
12.10 Verso una ecologia del Trauma: un ricordo d’infanzia, trauma studies e memories studies | Vincenzo De Bustis
12.30 Dibattito con la sala e con i partecipanti in rete
13.00-14.15 Pausa Pranzo
14.15 Introduzione al caso: “La complessità dei livelli”. La necessità di un lavoro sul sistema familiare e sul contesto come metodo nell’elaborazione dei traumi complessi | Andrea Mosconi
14.30 Caso clinico: “L’alleanza fraterna come risorsa per il trauma: un viaggio tra lutto e delitto” | Marta Fiscon, Anna Busonera
15.00 “La prima fase della resilienza: idealizzazione e dissociazione” Costruireipotesi sistemiche centrate sulla posizione dei singoli attori. Commento al caso | Matteo Selvini
15.20 “Trauma e trame famigliari” una possibile lettura al caso presentato secondo il Milan Approach. I fattori contestuali che influenzano attualmente l’esperienza della perdita e come attraverso il processo di ipotizzazione e di co-costruzione narrativa si può facilitare il sacrificio del lutto | Enrico Cazzaniga
15.40 Lo spazio terapeutico come luogo di condivisione del dolore e di accompagnamento della fratria | Giuseppina Augusta Barbieri
16.00 “Ricucire i vissuti traumatici in famiglie ad alta marginalità sociale”. La supervisione dei terapeuti verso un equilibrio possibile tra sistemi caotici e contesto terapeutico | Manuela Zanon
16.20 – 17.20 Dibattito | Matteo Selvini, Vincenzo De Bustis
17.20 – 17.30 Conclusioni